BURELLA

Burella è uno degli insediamenti più antichi di Montecrestese: lo dimostrano i resti tombali preromani e alcune strutture tuttora presenti, come le arcate in pietra nella piazzetta dell’oratorio, resti di edifici di periodo romanico e il castello che si eleva poco al di là su un rilievo roccioso. Il toponimo può essere dedotto da questo scoscendimento (burella=piccolo borro, pendio dilavato dalle acque) sull’orlo del quale fu costruita la robusta torre di cui rimane il basamento e che apparteneva ai nobili detti Della Burella, dipendenti dal vescovo di Novara, che in Ossola aveva il centro della sua giurisdizione temporale (dall’XI al XIV secolo). Le rovine di una casa nobiliare conservano un’importante sinopia trecentesca tardogotica probabilmente realizzata da un artista milanese. La frazione risulta essere stata abitata anche da altre nobili famiglie tra cui i Rossi, i Garbellotto, i Leonardi che esercitarono le professioni di notai, ecclesiastici o militari.

L’oratorio di S. Rocco di Burella

 

Già esistente nel secolo XV, fu rinnovato nel secolo successivo a seguito di un voto fatto dalla piccola comunità del paese in occasione della pestilenza del 1513. Nel 1899 fu ritinteggiato a spese di Giovanni Rossi il quale provvide anche, nel 1906, alla sostituzione dell’orologio.

 Il torchio

dopo una prima spremitura a piedi nudi dell’uva, le vinacce venivano spremute nel torchio. Messe le vinacce sul piano, venivano coperte con assi e travi. Una vite di legno permette di abbassare la trave e innalzare una grande pietra in modo che il peso schiacciasse le vinacce.

(foto R. Toja) 

 Il lavatoio e la fontana

 

Il lavatoio di Burella e la fontana adiacente erano utilizzati per il lavaggio degli indumenti e degli stracci per il lavoro. Inoltre queste strutture erano un punto di ritrovo per gli abitanti. La fontana è caratterizzata da due bocche rappresentanti un muso di leone con le date della costruzione: 1874 e 1884.

(foto R. Toja) 

 Le arcate in pietra


nella piazzetta dell’oratorio sono presenti delle arcate in pietra, probabilmente databili al X secolo, sopravvissute alla decastellizzazione del territorio ad opera del governo spagnolo tra il Cinquecento e il Seicento.